Fedora 18 – Le mie impressioni: Anaconda

Ciao a tutti, premetto che questo sarà un articolo di carattere critico, dopo i commenti negativi letti in vari siti e blog ho deciso di fare un piccolo esperimento dove valuterò i pro e contro dei cambiamenti di questa distribuzione linux parecchio criticata per via delle scelte fatte nell’ultima release, in primis la scelta del nuovo anaconda come installer.

Dunque, cominciamo da anaconda, fortemente criticato per via dei bug iniziali, questo ha portato a dover rimandare l’uscita della stable release a gennaio.

Poco fa ho installato terminato di installare Fedora 18 su un portatile Dell, installata su partizione da 63 gb insieme a windows 7 ultimate e linux mint cinnamon.

Difficoltà? questione di abitudine credo, la schermata si presenta in modalità grafica, bisogna effettuare le scelte singolarmene e non a scorrimento, questo può risultare difficoltoso per un utente nuovo? credo di no, forse è più complicato per l’utente abituato allo scorrimento continuo, detto in parole povere a coloro che sono abituati a premere avanti, avanti, avanti scegliendo durante i vari step le opzioni.

In questo screen vi faccio un esempio semplice;

potete notare la scritta in gialla oltre al triangolino che segnala che è stato saltato uno step ovvero la scelta della password di root, cliccandoci sopra potete impostarla, una volta premete fatto vi riporta alla schermata di installazione come potete vedere qui:

difficile? complicato? non sembra, l’installazione va avanti.

Per adesso chiudo qui, nei prossimi articoli mi occuperò di fare dei test simulando comunque le difficoltà (eventuali) che un utente abituato alla vecchia Fedora potrebbe riscontrare.

buona lettura.

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